Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA &
ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE -
Anno XX – 23 settembre 2023.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la
sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia
del testo: BREVI INFORMAZIONI]
La
corteccia prefrontale istruisce l’ipotalamo circa il modo migliore di dormire. Tossell
e colleghi hanno individuato cellule inibitorie (PFCSSt-GABA)
della corteccia prefrontale (PFC) che rispondono alla deprivazione di sonno e
proiettano all’ipotalamo laterale, generando nel topo il comportamento che
precede il sonno, con la preparazione del “nido” (letto), ed elevazione delle
onde theta. La PFC, quando la stanchezza e la sonnolenza non erano
eccessive, interveniva anche guidando nella decisione del luogo migliore dove
andare a dormire. [Cfr. Nature Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-023-01430-4,
2023].
Persone
con tratti simil-autistici presentano un difetto di comprensione di concetti
sociali.
Uno studio condotto da Agustina Birba e colleghi ha
rilevato che persone normodotate con tratti simili a quelli dei pazienti autistici
presentavano deficit selettivi nell’afferrare concetti sociali, anche dopo la
correzione dei dati per intelligenza, memoria e lessico. Il difetto di
cognizione sociale è l’unica differenza rilevata dai ricercatori nel confronto
col gruppo di controllo. [Cfr. Scientific Reports –
AOP doi: 10.1038/s41598-023-42889-2, 2023].
Sfidando
una nozione psicologica consolidata, una tesi neuroscientifica si è rivelata
efficace in psicoterapia.
L’ideazione negativa, come i pensieri intrusivi in
grado di alimentare l’ansia nel disturbo post-traumatico da stress (PTSD),
è rispettata dagli psicologi psicoterapeuti sulla base di una credenza
consolidata come nozione ma mai messa seriamente alla prova, secondo cui la sua
eliminazione genererebbe disadattamento. Seguendo la tesi neuroscientifica
secondo cui l’ideazione negativa è prodotta da un funzionamento appreso, che
può essere modificato da un nuovo apprendimento senza mettere in gioco tutto l’adattamento
del soggetto, Zulkayda Mamat e Michael
Anderson hanno sottoposto 120 adulti di 16 diversi paesi a un training
volto alla soppressione delle idee spaventose e dei pensieri in grado di generare
angoscia. Il nuovo apprendimento si è rivelato in grado di ridurre
drasticamente la memoria dei pensieri inducenti attualizzazione di paura, ansia
e sofferenza psichica, senza generare i temuti effetti di ritorno e disadattamento
psichico. [Cfr. Science Advances vol 9, issue 38, 20 September, 2023].
Farmaci
dimagranti antidiabetici sono efficaci contro la dipendenza da varie sostanze. Il GLP-1 (glucagon-like
peptide 1) è un’incretina umana rilasciata dalle
cellule enteroendocrine L, quale induttore della
secrezione di insulina pancreatica e segnale di sazietà. I pazienti che
assumevano analoghi del GLP-1 nel trattamento del diabete e dell’obesità, se
avevano dipendenza da nicotina o da alcool, riferivano una drastica riduzione
del desiderio di fumare o bere; considerata la comune mediazione molecolare degli
effetti dell’addiction, si è deciso di sperimentare l’efficacia degli
analoghi del GLP-1 per la disassuefazione da sostanze psicotrope d’abuso, quali
oppioidi, cocaina, amfetamine, etanolo e nicotina.
L’analogo
semaglutide (Wegovy,
Ozempic e Rybelsus), un
agonista dei recettori del GLP-1 resistente alla degradazione da parte delle
DPP, è considerato la molecola farmacologicamente più interessante degli ultimi
anni da Leandro Vendruscolo del National Institute on Drug Abuse
(NIDA dell’NIH), ed è attualmente in trial clinico come farmaco
anti-abuso. In precedenza, Anders Fink-Jensen dell’Università di Copenaghen
aveva fatto nel 2018 un esperimento riuscito sul più esotico e pittoresco
gruppo di bevitori impenitenti che si conosca: le scimmie che vivono nelle
isole St. Kitts e Nevis nei Caraibi, divenute attrazione turistica perché
scippano di mano ai turisti bicchieri e bottiglie di bevande alcooliche.
Esposte agli analoghi di GPL-1, le scimmie non avevano più il desiderio
compulsivo di assumere bevande contenenti alcool etilico.
Dopo
di allora, gruppi di ricerca guidati da Luba Yammine dell’Università del Texas (Houston Health Science
Center), Fink-Jensen e altri, non hanno riportato i risultati sperati con gli
analoghi GPL-1 precedentemente in uso. I nuovi trials clinici, condotti con molecole
come la semiglutide e giunti in fase 2,
promettono bene. Finora, era stato pubblicato un solo studio che ha adottato fMRI
e EEG per ottenere correlati del meccanismo d’azione – il trial dell’exenatide
di Fink-Jensen e colleghi – ma ora l’indagine sulla risposta cerebrale al
farmaco è stata generalizzata nelle verifiche di fase 2 in corso. [BM&L-International,
settembre 2023].
Gli psicopatici esistono e
individuarli precocemente può impedire che diventino criminali. La
notula pubblicata la scorsa settimana (L’imaging del cervello ci dice se uno
psicopatico commetterà un omicidio?) ha sollecitato da più parti un quesito
che possiamo così sintetizzare: è possibile che uno psicopatico, pur mancando di
capacità empatica e sensibilità umana, non diventi un pericoloso criminale? La
risposta più semplice e sintetica è “si”, ma è opportuno – pur nei limiti delle
notule – fornire qualche spiegazione su questa controversa categoria diagnostica
e un accenno alla direzione dei nuovi studi.
Negli ultimi decenni vi sono stati due orientamenti
contrapposti in seno alla psichiatria nello studio e nella considerazione degli
psicopatici: il primo, rappresentato dal board del DSM che ha abolito la
categoria nosografica della psicopatia riducendola a quella della sociopatia,
ossia una categoria sociologico-politica e criminologica; il secondo,
rappresentato soprattutto da coloro che hanno studiato la neurobiologia del
disturbo, vuole conservare la categoria nosografica riportandola a un quadro di
alterazioni cerebrali che non necessariamente causano condotte criminali o
antisociali. Il premio Nobel Eric Kandel, ad esempio, segue il secondo
orientamento, anche se non ha molta fiducia nella possibilità che vi siano casi
del tutto privi di condotte antisociali.
Tanto premesso, è necessario ricordare che lo
psicopatico sembra non riconoscere l’autorità e l’esistenza di valori morali
assoluti; cosa che lo priva della spontanea tendenza al rispetto delle leggi e
delle persone, e lo predispone a un modo soggettivo e talvolta contingente di
distinguere il bene dal male.
Molti gruppi di ricerca sono impegnati nell’identificazione
di biomarker della psicopatia o, meglio, segni della presenza di tratti
psicopatici in giovani adolescenti, come fa il gruppo di Kent Kiehl della University of New Mexico, perché si ritiene che
uno screening precoce potrà consentire di adottare misure preventive
(educazione morale, psicoterapia, ecc.) per evitare lo sviluppo di una
personalità criminale. [BM&L-Italia, settembre 2023].
Influenza
della cultura più delle inclinazioni naturali nel definire la vocazione
musicale di un popolo.
Alla luce del sapere neuroscientifico, oggi studiamo la propensione o il
talento per la musica, così come per le arti figurative o per il ragionamento
matematico, quale caratteristica di un singolo cervello per eredità genetica, modificazione
epigenetica per effetto ambientale e, eventualmente, specializzazione
funzionale promossa da un training precoce e protratto. Nessuno oggi
penserebbe a un’eredità genetica comune a un intero popolo nella vocazione per
la musica, come accadeva nell’Ottocento, ma non abbiamo dubbi nel ritenere che
sia la cultura, con le sue tradizioni, le sue istituzioni e le sue priorità, a
rivelare i talenti musicali.
Le
tracce storiche del modo di concepire questa realtà sono quanto mai
interessanti. L’astronomo francese Joseph Jerome de Lalande
nel suo Viaggio in Italia di un Francese (1765-1766) scrive: “La musica
è il trionfo dei Napoletani. Si ha la sensazione che in quella città le
membrane dei timpani degli individui siano più forti, più armoniche, più sonore
che in qualunque altro paese dell’Europa. L’intera nazione canta. Gesti, tono,
voce, ritmo delle sillabe, la stessa conversazione… tutto è musica. Napoli è la
fonte della musica italiana, culla di grandi compositori e di eccellenti opere
musicali… a Napoli, infatti, hanno composto i loro capolavori Corelli, Vinci,
Rinaldo, Jommelli, Durante, Leo, Pergolesi e altri famosi musicisti”[1].
Niccolò Porpora, considerato dal Grout il più grande insegnante di canto mai esistito, aveva a Napoli sempre lunghe file di aspiranti allievi da tutta Italia: averlo per maestro era il sogno di tutti i cantanti, e coloro che riuscivano a farsi accettare si sottoponevano con fiducia anche alle prescrizioni didattiche più severe e singolari. Porpora obbligò Gaetano Caffarelli a ripetere la stessa pagina di esercizi per cinque anni, dopodiché lo proclamò il più grande cantante d’Europa, come si legge nell’Oxford History of Music (IV, 185)[2].
I
grandi compositori della Scuola Napoletana tra Settecento e Ottocento
diventavano tutti celebrità internazionali, lavorando nei templi della musica
europea. Tra i più famosi vi era Leonardo Leo che, udendo una cantata di
Niccolò Jommelli, esclamò: “Tra breve questo giovane sarà la meraviglia e l’ammirazione
dell’Europa”[3]. E la profezia si avverò ben
presto: a ventitré anni Jommelli ottiene un grande successo con la sua prima
opera, e poi trionfa a Venezia, Vienna, Roma, Stoccarda e a Ludwigsburg
come Kappelmeister del Duca di Wurttemberg, e introduce
innovazioni che aprono la strada alle riforme di Glück.
Quando Jommelli torna a Napoli, la sua musica è considerata un classico di riferimento
per le composizioni sacre, e Mozart così si esprime: “È bella, ma lo stile è troppo
elevato e troppo antico per il teatro”[4]. William Beckford, dopo aver
ascoltato la Messa Funebre di Jommelli, eseguita in tutto il mondo cristiano
cattolico, commenta: “Non ho mai sentito musica tanto maestosa, tanto
commovente, e forse non la udrò più” (Travel Diaries,
II, 167).
Genio
ancora più precoce di Jommelli fu Giovanni Battista Pergolesi[5], che conquistò Parigi con un’opera
gaia (La Guerra dei Buffoni), eseguita per 100 sere di seguito all’Opéra
e poi, per altre 96 sere, al Teatro Francese. Compositore, organista e violinista
virtuoso, è considerato tra i massimi musicisti italiani del Settecento,
rappresentante della Scuola Napoletana e del genere barocco. È stato una
meteora luminosissima nel cielo della musica, che ha brillato fino al suo Stabat Mater rimasto incompiuto, spegnendosi
a soli 26 anni per tubercolosi.
Questi
cenni biografici aprono una piccola finestra sul mondo musicale napoletano, che
aveva la sua invidiata fucina nelle quattro grandi scuole nate nel Cinquecento come
istituzioni musicali ecclesiastiche per l’insegnamento gratuito e caritatevole
del canto e della musica a bambini orfani, trovatelli e indigenti: Santa Maria
di Loreto, Pietà dei Turchini, Sant’Onofrio a Capuana e Poveri di Gesù Cristo[6].
L’influenza
della cultura, attraverso l’eccellenza delle scuole e la loro massiccia
frequentazione in età precocissime, è resa con grande efficacia in questa
sintesi di Ariel e Will Durant: “Napoli capovolse le teorie di Pitagora e
giudicò la musica la più alta forma di filosofia”[7]. [BM&L-Italia, settembre 2023].
Notule
BM&L-23 settembre 2023
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La Società Nazionale
di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience,
è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data
16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica
e culturale non-profit.
[1]
Grout D. J., A Short History of Opera, p. 200, Columbia University
Press, New York 1947.
[2] Secondo a Porpora come
insegnante di musica e canto, fu Francesco Durante, maestro di Vinci, Jommelli,
Pergolesi, Paisiello e Piccinni.
[3] Grove’s Dictionary of Music II, 785.
[4] Grove’s Dictionary of Music II, idem.
[5] Giovanni Battista Draghi detto Pergolesi,
nato a Jesi, si trasferì da ragazzo a Napoli per studiare musica; compose la Serva
Padrona (come interludio dell’opera Il Prigioniero), eseguita al teatro
San Bartolomeo (oggi chiesa) e diventata riferimento per l’Opera Buffa
in tutta Europa.
[6] Solo nell’Ottocento le quattro
scuole furono unificate nel Reale Conservatorio di Musica di San Pietro a
Majella in Napoli, ancora attivo nella sede ottocentesca. Fra i diplomati, nel
tempo, si annoverano Saverio Mercadante, Vincenzo Bellini, Ruggero Leoncavallo
e Riccardo Muti.
[7] Will e Ariel Durant, Storia
della Civiltà – Rousseau e la Rivoluzione (4 voll.) vol. I, p. 319, Edito-Service
Ginevra e Arnoldo Mondadori, Milano 1968.